domenica 1 gennaio 2012

Africa-Est Europa-Parma: scoperta tratta di clandestini con matrimoni combinati

Africa-Est Europa-Parma: scoperta tratta di clandestini con matrimoni combinati - Sei ordini d'arresto, denunciata avvocatessa.



Quattro arresti in flagranza di reato, due ordinanze di custodia cautelare eseguite in carcere, 13 persone denunciate a piede libero (tra le quali una avvocatessa parmigiana), il sequestro preventivo di una kebaberia in via Garibaldi. Reati che vanno dal favoreggiamento dell'immigrazione clandestina al falso e alla simulazione di reato.
E' la sintesi di una operazione di polizia lunga e complessa, che la Squadra mobile di Parma ha portato a termine prendendo le mosse da un episodio avvenuto nel marzo scorso sull'autostrada Genova-Ventimiglia. Lì la Polizia stradale di Imperia aveva bloccato un furgone diretto in Francia, con a bordo 8 tunisini clandestini, mentre l'autista era fuggito scavalcando la rete di protezione dell'autostrada.
La provenienza dei clandestini e la proprietà del furgone avevano indirizzato le indagini su Parma. E pochi giorni dopo, sullo stesso tratto di autostrada, era stata intercettata un'auto con altri 4 clandestini, sempre provenienti da Parma.
Da lì il via all'inchiesta, che ha portato alla scoperta di un vero traffico di esseri umani, che aveva il centro proprio a Parma. Un traffico che di particolare aveva anche la rotta: non i "soliti" sbarchi a Lampedusa, ma un tragitto che, attraverso paesi islamici, portava poi all'Italia attraverso l'est europeo (Austria o Slovenia). Una ipotesi che ha trovato conferma lo scorso agosto, quando al valico di Trieste è stato bloccato un furgone, con a bordo 12 clandestini stipati in pessime condizioni igienico-sanitarie, legato alla kebaberia "Sapori mediterranei"  di via Garibaldi.
E nelle indagini successive, è emerso anche che, per regolarizzare la situazione  dei clandestini, venivano stipulati finti contratti di lavoro e addirittura matrimoni con donne italiane compiacenti e con l'intervento di una avvocatessa di Parma, che è stata indagata a piede libero.

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