domenica 28 agosto 2011

Festa del Pd a Ravadese !! La solita solfa !!


Alla festa del Pd di Ravadese, Bersani ha mandato le retrovie, il suo vice Letta però non ha deluso le aspettative del popolo democratico. L’argomento principale non ci crederete ma è stato Berlusconi e quelli che lui interpreta come suoi  pseudonimi .  Parma, a suo dire  è diventato un caso nazionale, l’emblema anzi la capitale del malgoverno nazionale e così disegna Parma come una città intristita e incupita paragonando Vignali al Presidente del consiglio che ancora oggi cerca di dividere la città invece di unire le forze; praticamente il bue che da del cornuto all’asino !! Continua disegnando “l’ovvio” rilancio della città che secondo il  suo genio deve passare dal Pd e dopo fumosi progetti asserisce, udite udite!!   che la soluzione è la ricerca dell’unità per un risanamento “trasparente” del territorio. Poi Letta non ha potuto sottrarsi alla questione Penati, sottolineando, con la faccia di bronzo che lo caratterizza, di non accettare di essere messo sullo stesso piano degli altri  dimostrando così, per l’ennesima volta, l’ipocrisia stupefacente che caratterizza la sinistra di questo Paese. E così adesso i Democratici fingono di stupirsi dei giochini di Penati, presentato 17 anni fa come l’uomo nuovo che avrebbe gestito per il Partito qualcosa come circa 9 milioni di euro di mazzette (frutto di “morale corruzzione”), cercando di dimenticare quando la Milano chic impazziva per lui, gli stessi che ora osannano Pisapia.  La sua ricetta ? Fare l’antivirus contro il Berlusconismo! Puntare su cose concrete e non su slogan ma lungi da lui entrare nello specifico ! Ecco la ricetta dei moralisti Pd, bla, bla,bla! I maestri dell’aumento del debito pubblico, i maestri nel mettere le mani in tasca agli Italiani, i maestri dei finanziamenti illeciti,  i maestri del fate come dico ma non come faccio, i maestri della più scellerata manipolazione mediatica e populista, i maestri della peggiore casta sindacale (circa 80 deputati del Pd sono provenienti da sigle sindacali), i maestri nella creazione di cooperative che a danno della collettività godono il massimo delle agevolazioni fiscali, i maestri nel come diventare ricchi organizzando scioperi (vedi Marini, Pezzotta, Cofferati, D’Antoni, Bertinotti, Benvenuto, Amato, Panzeri, Del Turco, Chiamparino, Baretta),  continuano imperterriti a guardare i bruscolini negli occhi degli altri ignorando la trave che è nei loro e cercando di convincere i loro adepti di poter essere i salvatori della Patria e che ora vedono in Montezemolo un pericolo di leadership  .
Adesso, da povero lettore e osservatore di tutto questo, chiedo a voi, lettori e osservatori sicuramente più di me,  Letta o qualunque altro rappresentante politico  non avrebbe  fatto più bella figura criticando, analizzando e indicando soluzioni concrete agli scandalosi costi della Politica e agli sprechi a cui questa sempre più indignitosa casta è legata ?

Raffaele “ http://unpensieroverdeperparma.blogspot.com

venerdì 26 agosto 2011

Le ragioni di un debito pubblico così elevato.




Da una parte vediamo l’inflazione (in giallo), la linea marrone è la variazione negli anni del TUS e in rosso l’evoluzione, o forse è meglio dire l’esplosione, del debito pubblico.
Possiamo vedere come fino agli inizi degli anni ’80 il debito pubblico rimase a livelli alti, ma sempre nella media degli altri paesi europei.
Anche se sarà superfluo ricordarlo, è bene ribadire che il debito pubblico non è altro che la richiesta di denaro da parte dello stato alla banca centrale (bankitalia o bce): lo stato che ha necessità di denaro si indebita, per il valore facciale e non per il costo di stampa come sarebbe legittimo, nei confronti della banca centrale. Questo porta all’assurdo che più un’economia cresce, più ha bisogno di denaro cartaceo per rappresentare i beni ed i servizi prodotti, più si indebita. La cosa ancor più difficile da digerire per una mente che usa il buon senso è che lo stato si indebita con la banca centrale anche per fare infrastrutture, investimenti, che aiutino lo sviluppo e la crescita del paese e anche per l’assistenza e gli ammortizzatori sociali.
Tutto questo si può vedere bene nella crescita del debito pubblico durante tutto il dopo guerra. Ma cosa accadde esattamente negli anni ’80 per far decollare il debito pubblico?
Fino a quegli anni le banche commerciali “finanziavano” le esigenze di cassa dello stato avendo dei vincoli di portafoglio che le obbligavano a comprare i titoli del debito pubblico a tassi molto bassi. In quegli anni le autorità monetarie abolirono questi vincoli obbligando così lo stato ad approvigionarsi a tassi di mercato. La spiegazione ufficiale era che si voleva evitare che la classe politica al potere (democristiani e socialisti) utilizzasse la leva degli investimenti pubblici a fini clientelari e di corruzione. La vera ragione era invece che in quel modo lo stato avrebbe dovuto finanziare tutta la differenza tra entrate e uscite (il disavanzo) a tassi di mercato, offrendo, grazie alla classe politica miope, collusa e irresponsabile, guadagni spropositati a tutto il sistema bancario nel suo insieme che acquistava così titoli ad altissima remunerazione, che arrivarono anche fino al 20% (!!!). Con il divorzio nel 1982 tra Tesoro e bankitalia (prima il TUS veniva deciso di concerto tra Tesoro e Bankitalia), la banca centrale decideva in piena autonomia quanto sarebbe costato il denaro e quanto avrebbe guadagnato tutto il sistema bancario. Se a questo aggiungiamo l’eliminazione dei vincoli di portafoglio che obbligavano le banche a detenere titoli di stato a tassi bassissimi, il quadro diventa particolarmente chiaro.
Addirittura ci furono periodi in cui il tasso per le linee di credito praticato dalle banche ai migliori clienti come Fiat era inferiore a quello che si ricavava dai titoli di stato per cui le grandi imprese, comprese quelle a partecipazione statale, prendevano soldi a prestito e li  investivano in titoli di stato lucrando la differenza tra tasso pagato alle banche e quello percepito dai titoli del debito pubblico.
Per una migliore comprensione del periodo consigliamo di leggere il libro di Nino Galloni “misteri dell’euro misfatti della finanza” ed Rubbettino (€ 10,00). In quegli anni infatti il prof. Galloni era funzionario del ministero del tesoro e poi è stato direttore generale del ministero del lavoro ed ha vissuto dall’interno, ostacolando queste assurdità e per questo “allontanato” dalle cariche pubbliche, questo delicato momento del nostro paese.

Il grafico aiuta la comprensione di quanto detto e fa vedere come il TUS fino al 1980 era contenuto sotto il tasso di inflazione, mentre dopo il divorzio tra Tesoro e bankitalia è stato sempre ampiamente sopra ed ha contribuito molto pesantemente alla lievitazione del debito pubblico. In quegli anni Ciampi era governatore della banda centrale e durante il suo mandato il debito pubblico salì dal 62,40% al 118,40%. La carriera di quest’uomo, soprattutto nel periodo successivo alla guida in bankitalia (presidente del consiglio, superministro dell’economia, presidente della repubblica), dimostra quali sono i poteri che realmente comandano in italia ed il vero valore della politica.
Dopo aver spremuto fino all’inverosimile lo Stato, dal 1992, grazie alla speculazione valutaria e all’uscita dallo SME della lira, i poteri finanziari esteri si sono comprati tutte le ricchezze italiane con lo sconto del 40%. Con la firma del  trattato di Maastricht, sempre nel 1992, inizia anche un’ulteriore periodo di guadagno per il sistema bancario perché il debito pubblico in 10 anni, dal 1994 al 2004, è stato portato dal 124,5% al 103,8% per permetterci di entrare nell’euro.

Non ci dobbiamo dimenticare che con l’abolizione del vincolo per le banche a non interferire nella vita delle aziende finanziate, oggi le banche dirigono e di fatto possiedono la quasi totalità del mondo produttivo italiano (o almeno quello che ne resta).
Una prova ulteriore del danno che questa avidità insaziabile e fuorimisura del sistema bancario abbia inciso sulla nostra economia ce la offre questo grafico che prende in considerazione la differenza tra la nostra produzione e la media europea
Se fino al 1972 abbiamo avuto una produzione superiore rispetto alla media europea dell’8% e nel decennio successivo addirittura quasi del 40% (!!!), dal 1982 la nostra economia non si è più ripresa.
I parametri suicidi degli accordi europei, il debito così alto e impossibile da ridurre e un sistema di cambi fissi e penalizzanti come quelli adottati dall’euro, spiegano perché oggi abbiamo tanta difficoltà a riprenderci. 

Raffaele, il pensiero verde:  tratto dallo studio del "centro fondi"      


mercoledì 24 agosto 2011

La casta Parmigiana e quella provinciale.


Probabilmente la nostra piccola casta Parmigiana pensa che i cittadini un caffè se lo possono ancora permettere .
Ma un balzello caffè ieri per il comune, un tassina caffè oggi per la provincia, un altro aumento caffè domani ancora per il comune, è normale diventare un po’ nervosi…
Se poi a questo si aggiungono i caffè da pagare ai beneficiati della casta per le loro brillanti scelte, magari si comincia ad andare oltre al normale nervosismo da eccesso di caffeina e ci si inizia a porsi delle sacrosante domande, come, ad esempio: ma il disgoverno della città e della provincia portato avanti dalla coalizione Vignali-Villani-Bernazzoli è proprio così gratuito?
C’e un termine inglese che descrive benissimo la situazione in cui è cresciuta e si è venuta a formare questa classe dirigente, tale termine è: moral hazard.
Wikipedia ne fornisce la seguente definizione:” una forma di opportunismo post-contrattuale, che può portare gli individui a perseguire i propri interessi a spese della controparte, confidando nella impossibilità, per quest’ultima, di verificare la presenza di dolo o negligenza”.

Il contratto è quello che si stipula alle elezioni e la controparte siamo noi cittadini, gli opportunisti di turno?
Beh, fate un po’ voi…
Ora, il giochino del moral hazard col quale si sono relazionati i nostri attuali amministratori ha funzionato benissimo fino ad ora e gli ha permesso di indebitare la città e la provincia per inseguire sogni di gloria  simil-europei, sempre "strategici", ma anche per fare assunzioni di parenti ed amici, consulenze a gogò, missioni all’estero, riviste patinate, stati generali, fotografie europee, “marchetting territoriali”, società e holding, e chi più ne ha, più ne metta.
Varie sono le concause che fino ad adesso hanno garantito questa totale impunità politica:
Da una parte ci sono ancora molti i cittadini che portano la dovuta riconoscenza alle amministrazioni degli ultimi venti anni, dove tutto non sarà stato perfetto, ma dove esisteva quella tensione etica tale da portare il benessere collettivo al primo posto, e non, come ora, di un piccolo circolo ristretto di oligarchi autoreferenziali.
Un altra concausa è che fino a ieri i flussi di denaro passavano quasi tutti da Roma, perfino le decisioni sul livello di tassazione passavano da Roma e pertanto era facile scaricare i costi della mala-politica  locale su altri soggetti lontani.
Fortunatamente questo sta lentamente cambiando, ed è uno degli aspetti positivi del federalismo fiscale: oggi se mi aumenta la retta dell’asilo o l’RC auto so a chi devo questo bel regalo: all’incapacità di governare parsimoniosamente dei nostri allegri amministratori.
Pertanto, se incontrate per strada Vignali, Villani, Bernazzoli o qualche altro Politico beneficiato,  fatevi offrire un caffè, tanto… ve lo devono.
Raffaele Il pensiero verde

venerdì 12 agosto 2011

Le osservazioni dei lettori !

 Vi scrivo perché su Polis di oggi ci sono due cose che non mi sono chiare:

Vi allego poi anche l'articolo originale.

Premesso che se io compro un terreno per costruirci la casa  pago gli oneri di urbanizzazione.

Il comune deve pagare una fattura a EUROSIA di 673.000 euro.

Mi chiedo:
Per quale lavoro?
Costi di urbanizzazione del centro commerciale EUROSIA? O non sarà che il comune deve pagare gli oneri di urbanizzazione perché è stata fatta un'opera di interesse sociale.?

Perché se Pizzarotti realizza palazzine per ospitare le Guardie di Polizia, mi va bene, se realizza il centro polifunzionale di Baganzola ex Salvarani anche, ma EUROSIA cosa centra?.

Una risposta a questo quesito è importante perché ciò confermerebbe che i centri commerciali visti come opere richieste dalla società, hanno compartecipazione comunale e probabilmente danno accesso al credito europeo .... e sappiamo bene poi da chi viene pagato. Altro punto è che la macchina comunale ha interesse firmare simili accordi per scaricare  i costi sulla popolazione per poi intascare bustarelle da un'altra parte

A me piacerebbe sapere come stanno le cose, una semplice curiosità che mi permetterà di dire se il comune opera per la città o opera per il sig Berlusconi che ha comprato tutto e se ha comprato sicuramente non ci perde.

La seconda cosa è il finanziamento a ENIA per il termovalorizzatore. 
Ma il comune non ha ceduto le nostre bolletta a garanzia dei debiti che contrae. Non è ora di prendere delle posizioni ?




Le osservazioni dei lettori !

Gazzetta di pochi giorni fa in merito ai ticket regionali per le prestazioni sanitarie.
Come per Bernazzoli, anche per Errani fino ad oggi avevo mantenuto una minima stima nel loro modo di fare politica e - meno – di amministrare Regione e Provincia.
Il rendere il ticket, come in parte già lo era, legato al reddito del cittadino di per sé è condivisibile, nonostante, spesso a beneficiare delle tariffe basse sono molti evasori e ancor più extracomunitari.
Ma ribadire che la colpa è del governo, no, questa è ormai una affermazione che non possiamo più accettare.
Il governo fra le altre proposte per arrivare al pareggio di bilancio, ha fatto una proposta (10 Euro per tutti), lasciando agli enti locali ampia autonomia che, per fortuna, comincia ad essere tale in molte occasioni.
La sanità è “federale”?  E’ gestita dalle regioni?  Quindi, è normale che debba partecipare al risanamento dei conti pubblici nazionali. Casomai, Errani avrebe dovuto lanciare un messaggio alle regioni meno virtuose, anziché dare il LA per il solito assistenzialismo del SUD. Dovrebbe poi andare a verificare l’efficienza della sua “macchina”: tralasciamo il non trascurabile investimento senza ritorno sui fondi per il rilancio del mondo del lavoro, dei fondi a disposizione delle Province per tanti ma spesso inutili corsi di formazione….. parliamo di tempi e qualità del servizio sanitario!
Ormai, a fronte di ticket sempre più alti e quindi più vicini al consto dei servizi privati (e fortunatamente in strutture convenzionate con enti e/o associazioni che permettono almeno uno sconticino), non è si è assolutamente ridotto il tempo medio che passa dalla prenotazione alla prestazione, restano un sacco di esempi paradossali sul genere “si fa tempo a morire”!!!
Qui non si tratta di gestire il pubblico come il privato, di governare come gestire un’impresa, qui stiamo parlando della salute nostra e delle nostre famiglie.
Ripeto: il cittadino ha ancora un po’ di voglia di pagare i servizi pubblici, ma giustamente esige una qualità adeguata.

Angelo

"fotovoltaico insieme". Ma insieme a chi, in realtà?


Si chiama “Fotovoltaico insieme” il progetto della Provincia di Parma per dotare ogni comune venga di un campo solare che produca energia elettrica. L'amministrazione ha dichiarato di essere riuscita ad attirare nel nostro territorio ben 120 milioni di euro di investimenti. I parchi fotovoltaici crescono come funghi e non c'è comune che non ci stia. Ma qualcosa non è chiaro. Quando si vanno a leggere gli articoli della Gazzetta si vengono a sapere altri fatti, altre informazioni. 
A Fidenza, a fronte di un parco fotovoltaico della potenza di 998 Kwh, costato 3,8 milioni di euro e che produrrà 1,2 milioni di Kwh, il comune incassa solo 100.000 euro, mentre il volume degli incentivi prodotto dall'impianto sarà invece di 530.000 euro. A Varsi, a fronte di un impianto di 800 Kwh di potenza, che dovrebbe rendere circa 400.000 euro di incentivi, il comune ne introita solo 50.000. Come mai?
La risposta è semplice. Le amministrazioni locali si occupano solo dell'affitto del terreno, e tutto il resto se lo intasca chi ha allestito il progetto. A Roccabianca il comune incamererà solo 100.000 euro, anzi 80.000 perché 20.000, scrive il giornalista della Gazzetta, li dovrà dare alla Provincia per le consulenze. Anzi, ancora meno. Spetterà ancora al comune pagare l'affitto al proprietario del terreno, che è un privato. Qualcosa non torna. Tutti ormai sanno che il fotovoltaico, con gli incentivi, rende circa il 12% annuo del capitale investito. Quasi tutte le banche sono disposte a concedere mutui ai
municipi per impiantare campi fotovoltaici fino ad un massimo di 5 milioni di euro. Anche se le banche chiedono interessi del 6%, gli incentivi sono sufficienti a ripagare mutuo ed interessi e resta sempre un gruzzolo da utilizzare, soprattutto perché nel frattempo il costo dei pannelli tende continuamente a diminuire. Perché allora ogni comune della provincia non fa in modo di dotarsi di impianti energetici propri? Perché non copiare Monchio, che utilizzerà una parte dei proventi degli incentivi per ristrutturare le case del paese ai fini del risparmio energetico? O meglio ancora come Fornovo che, costituita una ESco, coinvolge i cittadini stessi e i loro tetti nell'impianto, facendo lavorare artigiani del luogo all'installazione. Se l'energia rinnovabile è un'occasione di diffusione di nuova impresa nel territorio, come tutti concordano, non si capisce perché ogni comune non ne possa diventare il motore. Non si capisce perché gli incentivi, prelevati dalle nostre bollette, debbano finire nella maggior parte dei casi in tasca ad aziende già ampiamente consolidate ed estranee al mondo del lavoro locale, sia per la progettazione che per l'installazione. Certo, si può capire che piccoli comuni di montagna o della bassa non si sentano tecnicamente attrezzati per farlo da soli. Ecco allora che si capirebbe l'intervento della Provincia per sussidiarli, integrando le loro capacità. Non certo per sostituirsi ad essi, delegando ai privati sia il lavoro che il finanziamento e gli introiti. O peggio, addirittura per chiedere quel 5% ai comuni che ha il sapore di un balzello per non dire di peggio. I soldi degli incentivi vengono da tutti noi e devono principalmente finire in tasche pubbliche. Devono servire a finanziare opere e servizi per il bene comune e rivitalizzare quell'imprenditoria minuta che è alla base della democrazia economica. Ma questo non sembra proprio l'intento del meccanismo messo in piedi dalla Provincia. Un impianto fotovoltaico sui tetti riceve una tariffa di incentivazione, un impianto a terra ne ricava una
inferiore. I parchi fotovoltaici di cui stiamo parlando, quelli da 1 Mwh, in gran parte vengono installati a terra. Se n'azienda o una finanziaria se li intestassero, ne fossero i proprietari, percepirebbero 0,30 euro di tariffa onnicomprensiva.
Per i comuni, al contrario, sia che l'impianto sia sui tetti, sia che sia a terra la tariffa onnicomprensiva è la stessa, quella massima, cioè 0,44 euro. Tutto questo, nelle intenzioni, è per favorire i Comuni. Ma le cose nella pratica vanno diversamente. Nel conto energia che fa capo al Gse è prevista la possibilità di cedere la concessione ventennale di cui si è intestatari ad altri, ad una banca, ad una finanziaria. Una volta che, con atto notarile, la concessione ventennale è passata alla finanziaria, è questa che riceve tutti i soldi della incentivazione. Il meccanismo della Provincia funziona proprio in questo modo.
L'amministrazione, attraverso il project-financig, raccoglie investitori disposti a mettere i soldi. I comuni si intestano il parco fotovoltaico da costruire e quando arriva l'omologazione dal Gse cedono la concessione ventennale alla finanziaria, che si tiene la tariffa onnicomprensiva corrispondente all'energia prodotta, cioè tutti soldi degli incentivi.
Ma in quel modo intasca il massimo della tariffa garantita ai comuni, gli 0,44 euro a Kwh e non gli 0,30 euro che spetterebbero ad una normale azienda privata. In tal modo, le finanziarie truffano legalmente il Gse per 0,14 euro a Kwh.
Moltiplicando gli 0,14 euro per i 30 milioni di Kwh prodotti da tutti gli impianti coinvolti, circa 24 parchi fotovoltaici come affermato dalla Provincia, si ottengono circa 4.200.000 euro che, moltiplicato 20, gli anni di concessione, fanno circa 84 milioni di euro. Questo l'importo totale che le finanziarie agguantano al Gse e che, guarda caso, corrisponde a più dei due terzi del capitale che hanno investito.
Tutto il resto degli incentivi è quindi per loro guadagno netto, grasso che cola. Ma andiamo avanti. L'energia che viene prodotta e che fa scattare gli incentivi è energia elettrica, ha un valore definito, cioè 0,09 euro a Kwh, e viene venduta a quel prezzo all'Enel. Un impianto da circa 1 Mw di potenza produce mediamente 1200 Mwh, cioè 1.200.000 Kwh.
Provate voi a fare i conti. Sono circa 108.000 euro. Proprio quei centomila euro da cui eravamo partiti, a Fidenza: i soldi che il comune si prende da tutta la storia. In altre parole, le finanziarie girano ai comuni solo i proventi della vendita all'Enel dell'elettricità prodotta. Anzi, un po' meno perché c'è da dare qualcosa alla Provincia che ha organizzato il project-
financing attraverso l'assessorato all'ambiente. Pare siano 20.000 euro ad impianto. Alle finanziarie va la massa dei soldi degli incentivi. Alla fine coi circa 30 Mw installati e i 120 milioni di euro investiti si prenderanno circa 15 milioni annui per venti anni, cioè 300 milioni. I comuni non avranno nemmeno l'energia elettrica gratis, ma solo pochi spiccioli, chi più chi meno. Ma soprattutto non avrranno colto l'occasione di diventare impresa, di essere in grado di produrre progetti e lavoro. Alla Provincia andrà la sua piccola percentuale per il disturbo che, però, moltiplicata per 24, il numero degli impianti, fa una cifra niente male. Appunto per questo si chiama "fotovoltaico insieme". Ma insieme a chi, in
realtà? Insieme alla speculazione, ci sembra di poter dire. E questa massa di denaro che circola, a quali tasche giunge?

Giuliano Serioli
Rete Ambiente Parma
Aria Acqua Suolo Risorse Energie
Comitati Uniti per la Salvaguardia del Territorio Parmense

mercoledì 3 agosto 2011

Risoluzione Gruppo Assembleare Regione Emilia Romagna



Al Presidente
                                                                                   dell'Assemblea Legislativa
            della Regione Emilia-Romagna



R  I  S  O  L  U  Z  I  O  N  E
(ai sensi dell’art. 107 del Regolamento)
*   *   §   *   *
Il sottoscritti Consiglieri Regionali Gruppo Lega Nord
Roberto Corradi
Stefano Cavalli
Mauro Manfredini
Manes Bernardini

Premesso che

a)        La capitale del Regno di Norvegia, è stata recentemente teatro di una gravissima ed inqualificabile strage, che ha causato sessantotto morti ed il ferimento, anche grave, di altre decine di persone.
b)       L’autore dell’attentato ha “motivato” il suo folle ed inqualificabile gesto terroristico, con farneticanti richiami all’odio religioso nei confronti dell’islam; convinto che il massacro di inermi cittadini norvegesi fosse utile al conseguimento dei suoi deliranti obiettivi.
Ritenuto che

c)        Il gesto stragista, che ha sconvolto il mondo e ferito indelebilmente la civilissima Norvegia, pone l’autore dell’inqualificabile atto al di fuori di ogni parametro di “umanità”.
d)       Anche il pur minimo tentativo di giustificare e motivare la strage di Oslo deve essere respinto con la più totale ed intransigente fermezza. 

e)        La barbara e disumana strage, indipendentemente dalle farneticanti ed altrettanto inqualificabili affermazioni addotte dall’autore del gesto, pongono quest’ultimo sullo stesso piano di “disumanità” degli attentatori dell’11 settembre 2001, e degli autori delle stragi di Madrid e Londra.

Auspicando che

f)         Nessun esimente possa derivare all’attentatore dalle folli ed inqualificabili affermazioni poste giustificazione del proprio inumano gesto (es. infermità mentale).     
g)        L’inumanità del gesto possa trovare conferma (al termine del legittimo iter processuale), in una sentenza di condanna che contempli il definitivo ed irrevocabile allontanamento dalla comunità civile dell’attentatore e dei suoi eventuali complici.    
Esprime

h)       Profondo dolore e cordoglio per le vite stroncate nell’inuma strage di Oslo.
i)          Solidarietà e vicinanza ai parenti ed amici delle vittime; ed alle istituzioni del Regno di Norvegia.
j)         Totale ed assoluta condanna dell’inumana strage.
k)       Condanna totale ed intransigente nei confronti di ogni dichiarazione volta a “giustificare” o “attenuare” l’inumana azione dell’attentatore di Oslo.
   
Impegna la Giunta

1)        Ad esprimere la propria solidarietà al Regio di Norvegia ed al Sindaco di Oslo.
2)        A sollecitare le autorità nazionali ed europee ad intensificare le attività investigative e di intelligence, finalizzate a prevenire azioni da parte di singoli o nuclei di estremisti animanti da farneticanti motivazioni etnico-religiose.
 
Bologna, 27 febbraio 2011                        
Consiglieri Regionali Gruppo Lega Nord
Roberto Corradi                                                                               Mauro Manfredini

Stefano Cavalli                                                                                 Manes Bernardini