Tagliare gli stipendi dei direttori delle Ausl ma anche delle Aziende
ospedaliero-universitarie dell’Emilia-Romagna. E’ la richiesta della Lega Nord
alla giunta Errani: a lanciare il guanto di sfida, sotto forma di
interrogazione, è il consigliere regionale Roberto Corradi. "In un momento
di grave difficoltà, dove tutti sono chiamati al senso di responsabilità e a
fare sacrifici per contenere la spesa pubblica, trovo assurdo che la giunta
dell’Emilia-Romagna continui a preservare i privilegi dei “grandi papaveri
della sanità” (oltre 50 persone), disapplicando la norma che prevede la
riduzione dei loro maxi-stipendi da circa 180mila euro all’anno", afferma
il leghista in una nota. Secondo Corradi, basterebbe applicare una legge
esistente e seguire l’esempio del Veneto, e anche in Emilia-Romagna "si
potrebbe risparmiare più di 1,5 milioni di euro all’anno dagli stipendi dei
direttori della sanità, che anche se percepissero 140mila euro annui al posto
degli attuali 179mila, non credo rischierebbero l’indigenza".
Corradi ricorda che
nel 2001 la giunta guidata da Vasco Errani aumentò del 45% "lo stipendio
base dei “poveri direttori generali, sanitari ed amministrativi delle 17 tra
Ausl ed Aziende ospedaliere, incrementandolo di circa 50mila annui, per un totale
(comprensivo di premio di risultato) di 179.727 euro di stipendio
annuale", cioè "500 euro al giorno". Ma sette anni dopo, nel
2008, il Governo ha emanato la legge 133 che «imponeva alle Regioni di ridurre
del 20% i compensi dei direttori generali, sanitari ed amministravi della
sanità». Secondo una recente ricerca di Anci-Federsanità, il 65% delle Regioni
si è adeguato, le altre invece no e tra queste ci sarebbe l’Emilia-Romagna. Per
questo Corradi ha presentato una risoluzione per impegnare la giunta regionale
a ridurre gli stipendi dei direttori. "A differenza del vicino Veneto,
dove il leghista Zaia ha applicato il taglio degli stipendi, la Regione
Emilia-Romagna è tra le poche che non hanno applicato la legge 133/2008,
scegliendo di non ridurre del 20% i “miseri” stipendi della cinquantina di
direttori, che grazie alla “benevolenza” della giunta regionale continuano a
percepire circa 500 euro al giorno".
Ma a replicare alle
parole di Corradi è Leonida Grisendi, reggiano, direttore dell’Azienda
ospedaliero-universitaria di Parma ed ex direttore generale Sanità e Politiche
sociali della Regione Emilia-Romagna: "I nostri compensi - dice - sono
fermi dal 2001 e subiscono già dei tagli.
“Dimenticando ovviamente di dire che nel
2001 la Giunta guidata da Vasco Errani "correva" ad aumentare del 45%
lo stipendio base dei "poveri" Direttori Generali, Sanitari ed
Amministrativi delle diciassette tra AUSL ed Aziende Ospedaliere
dell'Emilia-Romanga, incrementandolo di circa 50.000 annui, per un totale
(comprensivo di premio di risultato) di € 179.727,00 € di stipendio annuale
(500 euro al giorno).”
Poi continua con una ipocrisia e faccia tosta vergognosa : Ciò che la manovra di Ferragosto ha stabilito per i privati, a noi è già stato applicato
con la manovra del 2010. Tagli del 5% per i redditi fino a 90mila euro, e del
10% per quelli che superano i 150mil"».
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