Gentile Direttore,
dopo le numerose polemiche e gli scontri anche violenti che hanno accompagnato la carovana del 1° Giro Ciclistico della Padania per Professionisti, vorrei rendere nota una "statistica". Essendo tra coloro che per primi proposero con varie iniziative questa competizione sportiva, preciso:sportiva e non politica, anche se politicizzata, sono andato a verificare un dato del quale ero già certo. Parlo dei più grandi campioni di ciclismo della nostra storia. Sono quindici gli atleti italiani che hanno vinto almeno un campionato del mondo e tutti e quindici sono originari della cosiddetta Padania. Dal 1927 con Alfredo Binda, fino all'ultima maglia iridata di Ballan, nemmeno uno dei nostri campioni del mondo ha visto la luce a sud della Toscana. Dopo Binda (3 volte campione del mondo), nell'albo d'oro troviamo: Guerra, Coppi, Baldini, Adorni, Basso, Gimondi, Moser, Saronni, Argentin, Fondriest, Bugno, Cipollini, Bettini, e appunto Ballan.Per molti lettori questa potrà sembrare una sciocchezza di poco conto, ma è tra le ragioni che danno una legittimità maggiore alla competizione riconosciuta dall'Unione Ciclistica Internazionale. In tutto il mondo esistono gare locali che portano nomi di regioni o macroregioni non conformi con i libri di geografia, penso ai Paesi Baschi, al Giro del Quebec, delle Fiandre, alla Tirreno-Adriatico, alla Settimana Bergamasca, al Giro del Midi Libre e chissà quanti altri. Per dovere di cronaca, questo è quanto volevo comunicare.
Marco Chierici
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