Mentre in quasi tutti i Paesi islamici sono in corso violente manifestazioni contro "l'odiato" Occidente e i cristiani, in Italia si continua ad accusare di xenofobia e razzismo, spesso senza sapere nemmeno di cosa si stia parlando, chi, come la Lega Nord, cerca di evidenziare il serio pericolo che corriamo. Un pericolo senza precedenti che non è rappresentato - come alcuni penserebbero - solo dall'avanzata violenta e devastante dell'Islam, ma anche e soprattutto dalla vigliacca debolezza dei Nostri Governi. Continuiamo a vedere due pesi e due misure: da una parte c'è chi definisce xenofobo, o diremmo quasi "islamo-fobico", qualunque provvedimento miri ad arginare l'arroganza di taluni precetti e comportamenti islamici (si vedano per esempio i menù appositi richiesti nelle terre terremotate da stranieri che per di più nemmeno erano residenti in quei posti); dall'altro assistiamo inermi a ciò che quotidianamente accade in Paesi come la Nigeria, il Pakistan, l'Egitto o il Sudan dove si è arrivati ad una sorta di "caccia al cristiano", quasi come fosse un gioco a premi. L'Occidente tace davanti a questi massacri, supportato dall'atteggiamento "occidente-fobico" di alcuni organi d'informazione: un atteggiamento spesso ipocrita, assistenzialista, falsamente tollerante con cui si alimenta l'autodistruzione della nostra cultura e dei suoi valori di civiltà e dignità dell'uomo. Siamo arrivati alla richiesta di leggi liberticide che impediscano il ripetersi di pubblicazioni stile vignette Danesi o Francesi. E i Governi occidentali stanno al gioco! Quegli stessi Governi filo massonici che vogliono l'ingresso in Europa della Turchia, ufficialmente un paese islamico laico e moderato, che molti invece sostengono sia sostenitore degli integralisti islamici e che finanzia la continua costruzione di Moschee e di scuole coraniche in tutti i Paesi europei. Nulla potrà fermare l'inesorabile avanzata dell'Islam e della Sharia europea, tranne una nuova consapevolezza dei Governi europei che devono rendersi conto che è in gioco la nostra stessa sopravvivenza. Se così non sarà, allora il buonismo, il permissivismo e la pavida tolleranza si trasformeranno nella peggiore intolleranza verso noi stessi, la nostra storia, la nostra cultura e la nostra identità. Non impariamo mai niente dalla storia? Ci siamo dimenticati delle cause della caduta dell'Impero Romano? Il mondo Islamico lo ha capito, detto e scritto da molto tempo tanto che ci disprezzano identificandoci con il vuoto morale e l'assenza di fede e di valori. E così si continuano ad ignorare con paurosa miopia i sermoni di imam che ci urlano parole precise: "Grazie alle vostre leggi democratiche vi invaderemo, grazie alle nostre leggi coraniche vi domineremo!". Dopotutto basta dare uno sguardo ai numeri per capire la portata del fenomeno: le moschee in Italia sono più di settecento e nei primi cinque mesi dell'anno (ultimo dato ufficiale disponibile) ne è stata inaugurata una ogni quattro giorni. Se a tutto aggiungiamo che i musulmani regolari presenti nel nostro Paese sono un milione e che la percentuale dei praticanti è del 5-8 per cento, si capisce che non solo bastano quelle che ci sono, ma anche queste sono troppe e andrebbero chiuse. Come si dovrebbe fare a Parma dove continua invece a rimanere aperta, con la riprovevole e illecita complicità del Comune, una delle più grandi moschee del Paese (con una superficie di circa 1.000 mq) in palese spregio a tutte le normative esistenti ed incurante di due sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale e del Consiglio di Stato che ne hanno sentenziato l'illegalità e l'abusivismo oltre ad ordinarne la chiusura ovviamente disattesa. Non un gesto di accoglienza, ma un ingiustificato e inaccettabile "regalo" all'estremismo religioso. Un regalo che la laboriosa, accogliente e cristiana Parma non ha nessuna intenzione di
fare, stanca di dover subire passivamente la protervia e gli abusi di amministratori e immigrati.
fare, stanca di dover subire passivamente la protervia e gli abusi di amministratori e immigrati.
LEGA NORD SEZ. PARMA – DIP. SICUREZZA, GIUSTIZIA E IMMIGRAZIONE
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