In Italia 40mila bambine
sottoposte
a infibulazione
a infibulazione
«È il dato più alto in Europa, che in totale conta 500mila
casi». Proposta in discussione all'Onu.
MILANO - «Secondo l'Oms, sono 135 milioni nel mondo le
bambine che sono sottoposte ad infibulazione. Solo in Italia si calcola che le
vittime siano circa 40mila. È il dato più alto in Europa, che in totale conta
500mila casi. L'infibulazione ha gravissime conseguenze sia fisiche che
psicologiche». Parole scritte in una interrogazione di Antonio Palagiano,
capogruppo Idv in Commissione Affari sociali alla Camera e responsabile Sanità
del partito, indirizzata al ministro della Salute Renato Balduzzi. «Il problema
dell'infibulazione investe pienamente anche il nostro Paese. Secondo l'Istituto
Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il
contrasto delle malattie della povertà (Inmp), in Italia, ogni anno ci sono
2-3mila bambine a rischio di essere infibulate e nella sola capitale, dal 1996
ad oggi, sono state curate oltre 10mila donne immigrate vittime di questa
pratica» scrive Palagiano.
LA LEGGE - «In Italia la legge n. 7 del 9 gennaio 2006,
vieta la mutilazione genitale femminile, punendo chi la pratica con pene fino a
12 anni di reclusione e, per il medico che ne fosse autore, con l'interdizione
dalla professione. Secondo l'Inmp, nel nostro Paese ci sarebbero ancora alcuni
medici e anziane donne delle comunità migranti che, a pagamento, praticano
l'infibulazione, spesso senza anestesia e con strumenti non sterili. Per
aggirare le misure previste dalla nostra normativa, le bambine vengono spesso
ricondotte nel Paese d'origine per subire l'orrenda procedura. In molti Paesi
europei le mutilazioni vengono eseguite nei centri di chirurgia estetica
vaginale o in quelli che effettuano piercing e tatuaggi - spiega il capogruppo
Idv in Commissione affari sociali -. Per questo, chiediamo al ministro della
Salute Balduzzi se non intenda avviare uno studio per definire il fenomeno
dell'infibulazione in Italia anche in rapporto a quanto previsto dalla legge
7/2006 e promuovere campagne di sensibilizzazione nei confronti di un fenomeno
che pare tutt'altro che superato, con particolare attenzione alle scuole e
quindi a giovani e adolescenti». Pochi giorni fa all'Onu è stata discussa un
proposta di risoluzione contro le mutilazioni genitali femminili avanzata dal
gruppo dei Paesi africani e che potrebbe essere approvata entro l'anno.
(Fonte: Ansa)
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